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Visualizzazione dei post da giugno, 2018

Una disamina esistenziale

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IL PANTANO DELL’ESISTENZIALISMO  — UNA DISAMINA E UNA PROPOSTA di Francesco Ambrosio     (Patria Letteratura) Una disamina sul ruolo della letteratura e della filosofia dell’Esistenzialismo nella costruzione della realtà intrapsichica… e una modesta proposta. La mia età, ancora incapace di legittimare una sorta di autorevolezza – epperò già capace di legittimare la mia imputabilità – mi suggerisce che nel nugolo delle teorie filosofiche, la più vicina alla realtà dei fenomeni è ad oggi ancora l’Esistenzialismo. [1, 1b.] Dalla pubblicazione de “L’Etré et le Neant” di Jean-Paul Sartre sono passati settantaquattro anni-mica pochi, per un testo de “l’evo contemporaneo”! Eppure, parrebbe che siamo ancora qui. Mentre tanti si dedicano a disputare con volitiva perizia circa gli usi del linguaggio-e purtroppo non parliamo di esperti come “linguisti”, “semiologi” et similia, l’uomo sfugge. La caratterizzazione rimane rilegata troppo spesso ad un’ottica psicoterapeutica e quest

Note sulla scrittura

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di Francesco Ambrosio   (in Patria Letteratura ) Alcune brevi considerazioni sulla scrittura. Nell’ambito della scrittura, sarebbe improponibile l’archetipo di un bisturi che disseziona un cadavere – ovvero, fuor di metafora, una scrittura ad uso di chi osserva la vita passare ritraendosene. Questo non è che una delle letterature e delle poetiche possibili. La confusione, forse casuale, avvenuta tra le letterature e il reportàge parte a mio avviso dal realismo italiano, che a differenza del naturalismo francese, maschera la sua connotazione pessimistica con una presunta “oggettività”. Di lì al post-modernismo il passo è relativamente breve. Si attraversa il periodo delle due guerre, che non fa, tramite la sua parziale strumentalizzazione dell’arte, che aggravare la ripulsa verso l’èpos e la narrazione virtuosa e delle virtù. Cosicché sempre più alla scrittura “vera” si lega un senso di acrimonia smorzata, un continuo stizzirsi e lamentarsi. La differenziazione delle letterature

Lo sguardo della morte

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Verrà la morte e avrà i tuoi occhi di Sibilla Ulivi L'inventore della psicoanalisi ne era profondamente convinto: la poesia coglie con immediatezza stati dell'animo che la ragione descrive, circonda col pensiero senza tuttavia afferrarne il cuore pulsante. In effetti le finezze, le sfumature di un verso agganciano e nascondono sempre la dialettica fra Amore e Morte, fra Eros e Thanatos. Esse costituivano agli occhi di Freud le pulsioni fondanti tutta la condotta umana. Aveva intuito il loro essere profondamente intrecciate, il loro compenetrarsi l'una nell'altra. Per Freud la psicopatologia dei disturbi dell'umore e di alcune forme di nevrosi poteva essere ricondotta in ultima analisi ad un "disimpasto pulsionale" , ossia al predominio di una pulsione per così dire "pura", sganciata, non più mitigata dall'intersezione con la pulsione opposta. La tragedia si dà quando tale disimpasto dura più del dovuto, è permanente, duraturo.

L'amore è una fabbrica

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Non conosciamo più la gioia delle cose durevoli, frutto di lavoro. Il grande sociologo Zygmunt Bauman mi spiegava, sei anni fa, come i legami siano stati sostituiti dalle "connessioni". E aggiungeva: "Ogni relazione rimane unica: non si può imparare a voler bene". Disconnettersi è solo un gioco. Farsi amici offline richiede impegno. Amarsi e rimanere insieme tutta la vita. Un tempo, qualche generazione fa, non solo era possibile, ma era la norma. Oggi, invece, è diventato una rarità, una scelta invidiabile o folle, a seconda dei punti di vista. Zygmunt Bauman sull'argomento è tornato più volte (lo fa anche nel suo ultimo libro Cose che abbiamo in comune , pubblicato da Laterza). I suoi lavori sono ricchi di considerazioni sul modo di vivere le relazioni: oggi siamo esposti a mille tentazioni e rimanere fedeli certo non è più scontato, ma diventa una maniera per sottrarre almeno i sentimenti al dissipamento rapido del consumo. Amore liquido , uscito nel 2003

Il rogo che avvampò tutta notte...

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Il rogo che avvampò tutta notte E che ti arse fino alla più fonda radice Alla prima chiaria, si smorzò, perse impeto e vigoria, mutò il suo rauco ruggire in un balbettante crepitio. Poi tacque, per sempre. Era, lo sapevi, l'ultimo fuoco concessoti dagli Dei nel tuo più che tardo autunno. Non ce ne saranno altri. Ma adesso basterà un Everest di cenere Per seppellire questa manciata di braci Che ancora si ostinano a bruciare? (tratto da Andrea Camilleri, Il metodo Catalanotti , 2018)

Vivi nascosto...

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Mi piace molto, questa espressione di Epicuro . Lathe biosas significa "Vivi nascosto". Un paradosso a tutti gli effetti ai tempi di Internet e delle reti sociali, dove di nascosto non c'è proprio più niente e anzi... tutto (ma proprio tutto) è fatto per essere esposto, disvelato. Nell'anonimato di un Facebook si rischia di travalicare i confini del personale e la comunicazione diventa un po' come un parlare a se stessi, ma nello stesso tempo diventa anche uno schermo bianco dove puoi immaginare l'interlocutore ideale e allora... decadono i freni inibitori, le censure, le paure e i filtri e... lasci libera voce alla tua intimità più profonda. A volte credo che si rischi di venire sommersi dall'Altro e dalle sue implicite richieste, soprattutto se l'Altro ha un equilibrio fragile; di conseguenza è facile spaventarsi e fuggire impauriti o precipitarsi a ristabilire le distanze. E' un po' come giocare con il fuoco, bisogna essere agili, v