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Visualizzazione dei post da marzo, 2019

Che cosa sei per me?

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1.1. Sei grande, Signore, e degno di altissima lode: grande è la tua potenza e incommensurabile la tua sapienza . E vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione, l'uomo che si porta dietro la sua morte, che si porta dietro la testimonianza del suo peccato, e della tua resistenza ai superbi : eppure vuole celebrarti l'uomo, questa particella della tua creazione. Tu lo risvegli al piacere di cantare le tue lodi, perché per te ci hai fatti e il nostro cuore è inquieto finché in te non trovi pace. Di questo, mio Signore, concedimi intelligenza e conoscenza: bisogna invocarti prima di renderti lode? E bisogna invocarti prima di incontrarti? Come si può invocarti senza conoscerti? Si rischia, non sapendolo, di invocare una cosa per un'altra, e cader nell'equivoco. O piuttosto bisogna invocarti, per incontrarti? Ma come invocheranno quello in cui non hanno ancora creduto? E come credere, se nessuno l'annuncia ? Loderà Dio chi ne sente la mancanza

UN GRAZIE ALLA VITA

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Nell’addio di Sacks un grazie alla vita Consapevole che sta per morire di cancro scrive un gioioso bilancio su amori, studi, libri Articolo di Ferdinando Camon ( La Stampa , 2016) Oliver Sacks sta morendo di cancro, non c’è più niente da fare, uno dei ricordi più atroci è la maledizione di sua madre quando ha saputo della sua omosessualità, eppure si mette al tavolo e scrive un ringraziamento alla vita, commosso perché molto ha ricevuto ma qualcosa ha dato. Io credo che la commozione scatti soprattutto perché qualcosa ha dato. E come? Scrivendo libri. Il suo modo di vivere è stato scrivere. Lui muore, ma poiché i libri che ha scritto sono ancora vivi, lui resterà ancora vivo. Scrivere è un privilegio, e la gratitudine che, morendo, esprime alla vita, è per aver avuto questo privilegio. Morire è lo scacco della condizione umana, la sconfitta di tutti e di ciascuno. Qualcuno pensa che sopravvive chi è grande e perciò ammirato, è l’ammirazione lo strumento della nostra immortal

UNA VITA IN MOVIMENTO

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OLIVER SACKS: I LIBRI, LA VITA, LA MORTE Articolo di Maria Cristina Coppini Il 30 agosto 2015, Oliver Sacks è partito dalla sua casa di Manhattan per compiere il suo ultimo viaggio terreno e trovare (forse) la risposta più importante di tutta la sua ricerca scientifica: c’è vita dopo la morte? Come era nel suo stile, ha giocato d’anticipo e affidato a un libro i risultati dell’osservazione sul lato più intimo della propria esistenza. In On the move , autobiografia pubblicata in Italia da Adelphi ( In movimento , 2015), si racconta a modo suo, svelando la sua storia umana, lati sconosciuti della sua vita privata, sempre tenuta gelosamente lontana dai riflettori. Colpisce la sua relazione tormentata con la sessualità e l’amore. Scoperto di essere omosessuale durante l’adolescenza (memorabile il suo racconto dell’orrore negli occhi di sua madre quando venne a saperlo e delle terribili maledizioni scagliate su di lui dalla donna), Sacks si trasferì ancora ragazzo a San Franci